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lunedì 30 gennaio 2012

BAGNATI, SCONFITTI E DELUSI. CRONACA DI UNA DOMENICA BESTIALE‏

L’alba è spuntata da poco quando esco di casa per avviarmi verso il luogo dell’appuntamento con i miei amici. Che passano alle 7 in punto.
Via, in viaggio verso l’Inter Club. In macchina si parla di Inter e della notte insonne appena trascorsa.
Arriviamo al luogo dell’appuntamento con l’Inter Club verso le 8 e dopo un po’ di attesa si parte con destinazione Lecce.
Lo Stadio visto dalla Curva Sud
Il tempo è buono, c’è il sole e l’aria è fresca ma non fredda. Il ritornello è per tutti uguali “basta che non piova”. E il tempo sembra averci graziato. L’umore nel pullman è ottimo, si scherza, si parla di Inter, si raccontano aneddoti.
Arriviamo allo stadio verso le 13.30. Il piazzale antistante allo stadio riservato agli ospiti trabocca di tifosi nerazzurri. E’ un’emozione vedere così tanti tifosi tutti insieme. Non ne vedevo così tanti in una volta da “quella” notte (non c’è bisogno che vi dica quale sia “quella” notte…). Il cielo è nuvoloso ma non minaccioso. Basta che non piova.
In fila entriamo allo stadio. Appena dentro arriva qualche goccia d’acqua, triste presagio del pomeriggio che ci aspetta. Un panino al volo prima di accomodarci in curva. La visuale è fantastica e ogni volta che entro in uno stadio l’emozione è sempre tanta.
Alle 14.15 entrano i portieri, subito acclamati dalle curve. Poco dopo tocca agli altri giocatori. La curva chiama, intona cori, i giocatori salutano. E’ un momento fantastico (forse il più bello di tutto il pomeriggio). Intanto le goccioline non sono più passeggere e decidiamo di tirare fuori la giacca impermeabile.
Alle 15.02, preceduta da un minuto di silenzio per la morte dell’ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, inizia la partita. L’Inter attacca sotto la nostra curva. Tutti gli attacchi nerazzurri del primo tempo li vediamo da vicino ma la palla non vuole entrare.
Intanto piove, ogni tanto smette ma poi riprende. L’acqua scende giù, ho i jeans bagnati, per non parlare delle mani. Decido di infilarmi i pantaloni impermeabili ma è un’operazione difficoltosa pertanto mi limito a metterli sulle gambe per coprirmi. Soluzione buona ma i jeans sono ormai fradici.
Mentre mi sistemo la giacca ecco arrivare il gol del Lecce. Impreco a tutta forza e non so se lo faccio per il gol subito o per la pioggia. Intervallo. Si discute su chi dovrebbe entrare, sulle mosse da fare. E sibillino dico “mi sa che non la recuperiamo più”.
Si riparte. L’Inter attacca dall’altra parte. Oddio, attacca è una parola grossa. I nerazzurri giocano male, si rendono poco pericolosi. Segnano due gol che vengono annullati (pare giustamente perché il fuorigioco c’era). Le mie mani sono bagnatissime, probabilmente nelle vene non scorre più sangue ma acqua piovana.
L’Inter non segna e finisce 1-0 per il Lecce. Mestamente ci avviamo all’uscita. Bagnati zuppi, infreddoliti, delusi.
Uno scorcio della Curva Nerazzurra
Ci vuole mezzora prima che ci facciano uscire mentre noi borbottiamo contro i poliziotti che tengono chiusi i cancelli. Finalmente i cancelli vengono aperti. Ci avviamo verso il pullman, sempre più bagnati. Saliamo velocemente a bordo, ci togliamo la giacca impermeabile e ci sistemiamo. Intorno a me vedo facce stanche, provate. Ma un ragazzo riesce a strapparci un sorriso. E’ al telefono con la mamma “Sì, mamma è piovuto… Sì, mi sono bagnato ma cosa vuoi che sia un po’ d’acqua… ma dai mamma è solo acqua… ma non ti preoccupare… come si dice partita bagnata, partita fortunata”. E qui scatta l’ilarità generale. Ci appoggiamo ai sedili, siamo stanchi, ci addormentiamo quasi tutti e per circa due ore c’è un silenzio quasi surreale.
Facciamo tappa all’autogrill per mangiare e andare in bagno. Mentre divoriamo un panino arriva un’amara riflessione “chi ce l’ha fatto fare, era meglio starsene casa”.
Poi ripartiamo. Si inizia a discutere della partita, dell’Inter, degli errori di mercato, di Mourinho (inevitabilmente), di cosa bisognerebbe fare e via discorrendo. Torniamo dove il pullman ci aveva lasciato e qui ci dividiamo dal resto della compagnia. Ci rimettiamo in macchina e ci avviamo a casa.
Rientro a casa quando ormai sono le 23 e subito mi fiondò sotto una doccia bollente. Seguita da una tazza di latte caldo. Poi dopo un rapido passaggio su Internet (e sul blog) me ne vado a nanna. Non prima di aver visto in tv il gol di Giacomazzi (mortacci sua). Nel letto ho ancora la sensazione di avere addosso il cappuccio con l’acqua che sgocciola. Prima di crollare in un sonno profondo faccio in tempo a formulare un ultimo pensiero “Che domenica di merda”.

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2 commenti:

Nerazzurro ha detto...

Più che una domenica bestiale è stata una domenica di merda.
Ma non è che vi siete portati dietro la nuvoletta di Fantozzi? :-)

Entius ha detto...

E' probabile. Ma non era mica una nuvoletta...